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Letto Estorsione, truffa, riciclaggio. Operazione dei carabinieri in tutt'Italia. 16 indagati. I NOMI
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Estorsione, truffa, riciclaggio. Operazione dei carabinieri in tutt'Italia. 16 indagati. I NOMI

USB - Ufficio Stampa Basilicata 20 Dicembre 2019
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Nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica  di  Potenza e condotte dai Carabinieri della locale Sezione di Polizia Gudiziaria, è stata data esecuzione, con ausilio di militari dei Comandi Provinciali di Torino, Catania, Brescia e Caserta ad una misura cautelare coercitiva personale  disposta dal GIP del Tribunale di Potenza nei confronti di 16 persone, ritenute responsabili di associazione per de linquere finalizzata  all’estorsione, alla  truffa aggravata, al riciclaggio ed all’autoriciclaggio.

Sono destinatari di custodia cautelare in carcere:
Mirko CICIRELLO, nato a Torino del 93;
Alfio CANGELOSI, nato a Moncalieri dell’89

Sono stati ristretti agli arresti domiciliari:
Patrizia CANGELOSI, nata a Torino il 15.08.1960;
Alfredo CICIRELLO Alfredo, nato a Catania il 09.10.1999;
Antony PAPPALARDO, nato a Catania il 22.04.1996;
Giovanni SANTORO, nato a Catania il 30.08.1977;
Rosaria CARUSO, nata a Catania 1’1.02.1982;
Pietro SANTORO, nata a Catania il 26.06.1993;

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Sono destinatarie di obbligo di presentazione quotidiana alla p.g: Mafalda MARGHERITO, nata a Brindisi 1’8.2 .1964;
Agata Maria SPANO, nata a nata a Catania il 15.11.1999;

Sono destinatari di obbligo di presentazione alla p.g.:

  1. Paolo BERIA, nato a T o rino il 23.10.1978;
  2. Vincenza CANGELOSI, nata a Moncalieri (TO) il 04.07.1993;
  3. Innocent OMORUY, nato in Nigeria 1’11.02.1978;
  4. Rosetta MILITI, nata a Catania il 03.04.1976;
  5. Lucia FATERNÒ, nata a Catania il 05.07.1972;
  6. Gloria UHIZEBOR, nata in Nigeria il 05.05.1980;
Conferenza stampa Prouratore Curcio

Le suddette misure cautelari sono state eseguite unitamente ad altrettante perquisizioni personali e domiciliari.
Gli indagati, – come precisato in una conferenza stampa dal Procuratore Francesco Curcio – sono ritenuti a vario titolo gravemente indiziati di aver promosso, diretto, organizzato, partecipato o fornito concorso esterno ad una associazione per delinquere operante in tutto il territorio nazio nale, finalizzata:all’estorsione in danno di enti religiosi e cooperative socio-assistenziali; alla truffa aggravata in danno di privati cittadini; al riciclaggio e auto riciclaggio  dei proventi dei citati reati allo scopo di ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa.

L’indagine è stata avviata dalla denuncia sporta a settembre 2018 presso la Procura della Repubblica di Potenza dalla rappresentante legale di una scuola paritaria dell’infanzia di Oppido Lucano (PZ) , la quale aveva già subito due estorsioni da un  tale “dottor Messina”, e continuava a subire da questi minacce ed ulteriori richieste di versamenti.

Gli accertamenti sono stati delegati da questa Procura ai Carabinieri della locale Sezione di Polizia G iudiziaria.

Attraverso intercettazioni telefoniche e riscontri documentali, è stata individuata un’organizzazione criminale composta da catanesi, alcuni dei quali residenti a Torino, e da piemontesi, spesso legati fra loro da vincoli di parentela, che agiva seguendo un “copione” consolidato:

  1. uno dei due promotori dell’associazione, destinatario oggi della misura cautelare in carcere utilizzando una scheda telefonica intestata ad un inconsapevole straniero, telefonava da Torino ad asili nido e strutture assistenziali per anziani e disabili, ubicati su tutto il territorio nazionale, e si presentava  quale  “dottor  Messina”  (o  “dottor Fata”) ” dell’ufficio scolastico regionale” (o “del MIUR”);  una  volta  ottenuto  di parlare con un responsabile di quegli enti:
    1. rappresentava inesistenti errori nell’assegnazione dei contributi regionali (o ministeriali), convincendo gli interlocutori che  la  struttura  contattata  aveva percepito indebitamente 2.490 euro in più rispetto al dovuto, in danno di un altro ente;
    1. proponeva una soluzione rapida, tramite bonifico su conto  corrente  postale, facendo credere all’interlocutore che l’iban fosse intestato al direttore dell’ente a cui spettavano  di  diritto i soldi,  mentre in realtà  era  corrispondente   ad   una  carta ” Postepay Evolution” intestata ad uno degli indagati;
    1. minacciava il malcapitato che in caso di mancata adesione alla sua proposta, i contributi (spesso di vitale importanza per gli enti colpiti dal raggiro) non sarebbero stati erogati dalla Regione o dal Ministero fino alla primavera o all’estate dell’anno  suc cessivo.
  2. ottenuto il versamento, in tempo reale i due promotori, da Torino, avvisavano i loro famigliari a Catania, affinché fosse prelevato immediatamente il denaro estorto, prima che i soggetti raggirati potessero ravvedersi e revocare il pagamento;
  3. i  reali  in testatari  e  possessori  delle  carte  Postepay  allertati,  andavano subito  a  prelevare il denaro, ne trattenevano la propria percentuale (tra il 20 e il  25 %), e lo  trasferivano a loro volta su altre Postepay intestate ad ulteriori famigliari e/ o  complici a Torino.

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