All’indomani della manifestazione con la quale la Coldiretti di Basilicata ha portato in piazza a Potenza una significativa rappresentanza di suoi iscritti, molti dei quali giunti a bordo di trattori,
facciamo il punto della situazione del settore con il presidente regionale della Confederazione, Antonio Pessolani.
La prima domanda che ci viene spontanea è chiedergli: perchè questa manifestazione dal forte significato politico è stata fatta dopo le elezioni e non prima?
“Era stata gia indetta da tempo, indipendentemente dall’esito della elezioni e da chi sarebbe stato chiamato alla guida della Regione.
Non c’interessa chi, ma come…..”
– Come, in che senso?
“Nel senso che davanti ai tanti problemi che investono un settore trainante per l’economia lucana, i ritardi nel risolverli, le promesse non mantenute c’è bisogno di un interlocutore che ci ascolti e si faccia carico dei nostri problemi”.
– Quali?
” Intanto gli enormi ritardi nei pagamenti delle pratiche del Psr e dell’Agea. Nonostante le tante promesse. Abbiamo inoltre bisogno di una radicale inversione di tendenze. Di strutture efficienti che possano snellire l’iter burocratico delle pratiche, servizio che è vitale per gli agricoltori. Molte aziende sono in difficoltà proprio per i tempi lunghi di attesa”.
– Eppure, l’agricoltura è un settore trainante per l’economia della regione.
“Assolutamente. Un solo esempio. La Basilicata è la prima regione in Italia per quanto riguarda la produzione di fragole con mille ettari utilizzati e oltre dodicimila dipendenti.
Basterebbe questo dato per capire il grosso potenziale che ha la nostra agricoltura. Molti giovani hanno deciso di accettare la sfida e investire le proprie intelligenze in questo settore. Le risorse per sostenere le proprie aziende ci sono ma finora sono state liquidate soltanto 500-600 pratiche. Altri 1.500 sono in attesa”.
Ma non sono solo questi i problemi...
“Infatti. Abbiamo bisogno che vengano migliorare le infrastrutture. Un esempio: da anni si attende che la diga del Rendina venga messa in esercizio. Il suo utilizzo a pieno regime consentirebbe di irrigare oltre quattromila ettari. Oggi nella zona possiamo farlo soltanto per 600. Per quella di Acerenza abbiamo avviato una interlocuzione con il Consorzio. Vogliamo essere ascoltati, istituire un serio Tavolo Verde e con esso affrontare tutti i problemi che investono il settore agricolo per risolverli. Non c’è più tempo da perdere”.