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CronacaIN EVIDENZA

Avrebbero inquinato anche le acque del fiume Basento. Chiesto il rinvio a giudizio per i responsabili

USB - Ufficio Stampa Basilicata 29 Maggio 2018
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Non abbiamo i nomi delle persone per le quali, a conclusione delle indagini, è stato chiesto il rinvio a giudizio. In Procura a Matera ci hanno risposto che non li possono dare. I Carabinieri Forestali che hanno condotto le indagini non sono autorizzati a farlo.
Ne prendiamo atto anche se non possiamo non esprimere qualche perplessità.

Detto questo, veniamo all’inchiesta su sversamento di rifiuti speciali non trattati finiti anche nel fiume Basento a causa della rottura della condotta che dalle industrie Syndial e Drop li avrebbe dovuto trasferire negli impianti di Tecnoparco per il successivo trattamento e solo dopo immetterli nel corso d’acqua.
Le indagini dei Carabinieri Forestali del NIPAAF (Nucleo Investigativo Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) di Matera, iniziate nel marzo 2012 su delega dell’Autorità Giudiziaria di Matera, hanno invece dimostrato il contrario.

La cronistoria.
Tra l’area industriale di Ferrandina e quella di Pisticci, il Consorzio Industriale della Provincia di Matera aveva costruito una condotta fognaria che, attraverso l’impianto TRAF di Pantaniello, permetteva lo smaltimento dei rifiuti liquidi prodotti a Ferrandina dalla Società Drop,  specializzata nella produzione di filati tecnici, e dalla Società Syndial.
Attraverso tale condotta i rifiuti liquidi sarebbero dovuti pervenire presso la Tecnoparco Valbasento, ubicata a Pisticci Scalo, per essere smaltiti dalla stessa Società che gestisce la condotta.
La Syndial è una società che dal 1999 gestisce una superficie di 12 ettari in cui sono stati collocati i terreni inquinati derivanti dalla bonifica dell’area ex- Liquichimica di Ferrandina.
In tale discarica, che prende il nome di “area diaframmata” in quanto è limitata da un muro di diaframma che la isola dal vicino greto del fiume Basento, la Syndial deve, su prescrizione del Ministero dell’Ambiente, provvedere all’emungimento dei rifiuti liquidi dalla suddetta area, situata all’interno del Sito Inquinato di Interesse Nazionale Val Basento e al loro trasferimento presso gli impianti della Tecnoparco, per il successivo trattamento, attraverso la condotta fognaria.

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Durante l’alluvione dell’1 e 2 marzo 2011, che colpì tutta l’area del Metapontino, la condotta fu danneggiata dall’esondazione del Basento, come emerse dagli accertamenti svolti dall’ex Corpo Forestale dello Stato (Carabinieri Forestali dal 2017) e da quel momento, fino all’intervento nel 2012 dei Carabinieri Forestali i rifiuti liquidi si sono sversati sul suolo e, per caduta, nel fiume Basento e quindi nel mare, cagionando un danno all’ambiente con pericolo per le persone, inconsapevolmente esposte dal 2011 al 2014, determinato dalla presenza di percolato emunto dall’area diaframmata costituito da manganese, cloruro di vinile dicloretano, dicloroetilene, tricloroetilene e tricloretano sversato nella quantità accertata di 31.688 mc corrispondenti a circa 1000 autobotti, dalla Syndial per un volume di 14.252 mc e dalla Drop per un volume di 17.436 mc.

Nonostante tale situazione, la Tecnoparco Valbasento ha certificato, per l’anno 2011-2012, il regolare smaltimento dei rifiuti senza mai denunciare il mancato arrivo dei reflui al suo impianto dagli unici due clienti che si servivano della condotta fogniaria, Syndial e Drop , emettendo nei loro confronti fatture per un importo totale di €. 171.717,82 per operazioni di smaltimento mai eseguite.

Successivamente all’evento del marzo 2011, la condotta fognaria è stata ripristinata in forza di un nulla osta e permesso di riattivazione rilasciati dal Dirigente pro-tempore dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera in favore di Tecnoparco Valbasento, in violazione delle norme di legge che prevedono la competenza al rilascio di tale autorizzazione all’Ente Regionale.
Ma il funzionario pubblico, oltre a consentire l’esercizio dell’impianto e la gestione dei rifiuti in assenza di autorizzazione, ha omesso anche di comunicare alla Regione che la fogna chimica era connessa fisicamente  all’impianto di  Tecnoparco, l’unico valutato in ambito AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e che vi erano delle modifiche impiantistiche nell’impianto di Ferrandina mai sottoposte a valutazione da parte dell’Autorità amministrativa competente, con conseguente pericolo per l’ambiente e la salute pubblica.

Tecnoparco Valbasento ha continuato nell’esercizio della condotta fognaria e la Società Drop ha continuato a smaltire illegalmente e consapevolmente i rifiuti liquidi nel Basento fino al 2014, nonostante un nuovo evento atmosferico nel dicembre 2013 avesse nuovamente rotto la condotta, che presentava carenze strutturali sin dall’iniziale costruzione.

Sulla base dei risultati delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero ha richiesto il  rinvio a giudizio dei responsabili di Tecnoparco Valbasento, della Syndial , della Drop nonché dei dirigenti dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera per  smaltimento senza autorizzazione di rifiuti speciali liquidi.
Come dicevamo, degli indagati non ci sono stati dati i nomi.

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Tag Carabinieri Forestali del NIPAAF, Drop, fiume basento, procura matera, Syndial, Tecnoparco
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