Con un comunicato il Segretario dei Radicali Lucani ha commentato così l’esperienza della visita fatta questa mattina presso la casa circondariale di Potenza.
Cosa porto con me dalla Casa Circondariale di Potenza? Il senso di umanità della direttrice e degli Agenti di Polizia penitenziaria, l’abnegazione di chi è costretto a lavorare in strutture parzialmente e palesemente illegali (vedi vicenda della sezione giudiziaria), l’immagine di un detenuto che scrive una lettera appellandosi alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, voci, volti e sguardi a volte smarriti e a volte assenti, voglia di riscatto, vite che cambiano come quella di Giuseppe Cutrignelli che in carcere è diventato poeta e mi parla delle sue passioni e dei suoi sogni.
Voci di dentro di un Paese che rischia di perdersi e che dovrebbe provare ad ancorarsi alla copertura oro del sentimento e del pensiero.
Voci di dentro di luoghi che assurgono a simbolo di una Legge scritta e violata.
Voci di dentro di un Paese pericolosamente sospeso sulla china della democrazia reale.
Giuseppe ha scritto un libro di poesie dal titolo “Aggrappato alle sbarre”. In copertina l’immagine di un gabbiano che inevitabilmente evoca mille ricordi.
Ecco, anche noi un po’ reclusi ci teniamo aggrappati alle sbarre della Democrazia da recuperare e dell’affermazione dello Stato di diritto. Aggrappati alla Costituzione e alla necessità di difendere il diritto di tutti e di ciascuno a poter conoscere per deliberare.
Forse sarà retorica, ma il mio grazie va alla comunità penitenziaria del carcere di Potenza che ha nutrito la mia fame e la mia sete di Giustizia, Diritto, Diritti umani.
Grazie