La Fca ha comunicato l’ennesimo ricorso a Melfi – dal 18 al 30 dicembre prossimo – alla cassa integrazione per gli addetti alla linea Fiat Punto (790 operai e 25 impiegati/quadri) con la solita e abituale motivazione di “adeguare i flussi produttivi alla temporanea contrazione della diretta domanda di mercato”.
E’ da un anno e mezzo che Uil e Uilm rinnovano l’appello alle classi dirigenti e politiche perché concentrino l’impegno e l’attenzione sul problema del nuovo modello da produrre nello stabilimento di Melfi in sostituzione della Fiat Punto che da troppo tempo registra grandi difficoltà di mercato italiano ed estero sino alla totale dismissione.
Dobbiamo invece registrare la profonda sottovalutazione per quanto accade a Melfi a differenza dell’atteggiamento di altre Regioni, quali Piemonte, Campania e Provincia di Trento che nei mesi scorsi hanno siglato un accordo con FCA e Centro ricerche Fiat per un investimento complessivo pari a oltre 150 milioni di euro in ricerca e tecnologie per nuovi modelli. La Regione Basilicata non può continuare a disinteressarsi di quanto sta accadendo nel settore automotive italiano proiettato a reggere al meglio la competizione mondiale come se non riguardasse iniziative che attengono anche alla nostra classe dirigente e politica.
Accade infatti che, da una parte, la Fca ripete periodicamente la volontà di procedere a nuovi modelli e, dall’altra, l’istituzione regionale e l’imprenditoria regionale non riescono a reggere il passo impresso dal management Fca per candidare la piattaforma di Renegade e Fiat 500X dello stabilimento lucano alla costruzione di nuovi modelli prima che Fca possa rivolgersi ad altri stabilimenti esteri dopo averlo fatto sia pure in parte con alcuni stabilimenti di altre regioni italiane.
Non possiamo più attendere – sostengono i responsabili della Uil e Uilm – il ricorso ad un nuovo cicli di ricorso agli ammortizzatori sociali magari considerandoli inevitabili finendo per attestare una situazione di normalit.à
La nuova “asticella” di vendite della Fca è ora di almeno 2 milioni di unità, traguardo che potrà essere raggiunto grazie all’arrivo sul mercato di diversi nuovi modelli che, da qui al 2020, rinnoveranno ed amplieranno la gamma di Jeep. Allora archiviate anche queste elezioni amministrative e forse il ricorso ad elezioni politiche anticipate chiediamo alla politica lucana di mettere la testa adesso sulle questioni del polo automobilistico lucano perché domani sarà troppo tardi.