Il 5 agosto del 1967 faceva il suo esordio su questo pianeta la band destinata a cambiare per sempre ogni tipo di certezza sulla musica: i Pink Floyd. Quel giorno a Londra arrivò negli store The Piper at the Gates of Dawn, il primo album in studio della band formata da studenti dell’Istituto Politecnico di Architettura, a cui poi si aggiungerà Syd Barrett, per sostituire Chris Dennis, determinandone nome e destino. Ancora oggi questo album viene ritenuto la pietra miliare del rock psichedelico, infarcito di esperienze lisergiche e racconti di viaggi stellari, come il capolavoro Astronomy Domine. Il 1967 diventerà un anno importante per altri fatti della storia come la morte di Ernesto ‘Che’ Guevara, la salita al potere del dittatore rumeno Nicolae Ceaușescu, il lancio della prima emittente radiofonica della BCC e la messa in onda di Our World, prima trasmissione in mondovisione. Ma il 5 agosto del 1967 è l’anno in cui nasce a Molfetta il protagonista di questo racconto: Nicola Ragno. Mister 102 punti, con un passato da calciatore anche nelle fila del Pisticci dove ha incontrato Gigi De Canio. Proprio all’allenatore materano Ragno deve l’ispirazione per il suo calcio, così come dichiarò in un’intervista del 2015 sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno (Puglia): “A Pisticci mi allenava lui. Faceva un 4-2-4 con gli esterni che spingevano. Mi utilizzò come esterno…”. Nella stessa intervista dice anche di aver appreso molto da altri allenatori come il veneziano Ezio Glerean, famoso per il suo calcio estremamente offensivo e sperimentale (ha giocato con il 3-3-1-3, il 3-3-4 ed il 4-2-4). Da martedì 11 luglio 2017, Ragno siede sulla panchina del Potenza Calcio ed il suo stile è già diventata la tazza di mate dei rossoblù.
Il rettangolo verde che ne delimita il cammino conosce ogni suo passo. Lo percorre e lo calpesta chissà quante volte durante i 90 minuti e più di ogni gara. Dalla sua area tecnica Nicola Ragno dirige l’orchestra degli undici in campo, si fa sentire quando deve, incoraggia quando serve. Costretti a stare in un rettangolo verde come quello, ci si può sentire drammaticamente soli, in preda alle proprie paure, alle paranoie, ai rimorsi, alle molteplici torsioni del pensiero. Visto dal nostro punto di osservazione, Nicola Ragno sembra essere perfettamente a suo agio in quello spazio ed in quel tempo: infonde fiducia e sicurezza non solo ai suoi ragazzi ma anche in chi, ad ogni partita, allo stadio o da casa, fa il tifo per gli 11 leoni. Ha il fisico del condottiero della Magna Grecia, lo sguardo di chi conosce il peso del dolore e sa cosa vuol dire lottare fino alla fine. La vita lo ha messo a dura prova ma proprio nelle ore più difficili ha saputo trovare la forza di reagire e di andare avanti. Per questo i suoi incoraggiamenti non sono mai banali. Per questo ogni suo ragionamento ha profonde radici, piantate nella durezza della verità. Per questo la fame di vittorie non è solo una corsa vanesia ad un nuovo record, ma è la cifra esatta della sua esistenza. Ha un fare gentile, accoglie domande e non risparmia risposte. Determinato come pochi, ha lo sguardo rivolto lontano, alle nuove sfide, lì dove bisogna arrivare per poi ripartire.
Il suo essere risoluto e pragmatico è ben visibile a tutti, la sua forza pacata non ha bisogno di mostrarsi estrema per esistere. Poggia il cronometro all’estremità dell’area tecnica ed inizia ogni domenica la sua partita. Lavora tanto ed i risultati sono lampanti: i numeri prodotti sono precisi e non concedono repliche, come i suoi occhi chiari; sa che dovrà impegnarsi molto per dare alla città nuove ambizioni da coltivare, più solide dei sogni che svaniscono al mattino.
“Conosco il passato di questo club e sono certo che il progetto che il presidente Caiata mi ha illustrato porterà di nuovo il Potenza al livello che merita”, così dichiarò alla stampa al suo primo giorno da allenatore del Potenza. I primi risultati utili consecutivi sono il segnale che un passo dopo le buone intenzione Ragno preferisce mettere i fatti, il reale piuttosto che il percepito, la concretezza del quotidiano accompagnata dall’idealità della visione. Sa vincere, sa come reagire alle sconfitte, sa come tenere alta l’attenzione per tutto il corse della stagione che è appena alle sue prime battute.
Alle sue intuizioni sono affidate le scelte migliori per risolvere anche le partite più difficili. Ai tifosi ed alla città il compito di continuare a sostenere con entusiasmo e partecipazione questo progetto, che ha la smaniosa ambizione di fare moltissima strada.