Era fondato l’allarme lanciato dal portavoce del M5S alla Regione Basilicata, Gianni Perrino, sulla destinazione all’Italcementi di Matera delle 53mila tonnellate di pet-coke (un materiale tra i più tossici e cancerogeni esistenti, prodotto di scarto della filiera petrolifera) giunte nel porto di Taranto a bordo di una nave statunitense.
A confermarlo è stata l’Arpab di Puglia, rispondendo ad una interrogazione del consigliere regionale Gianni Liviano.
Nel lanciare l’allarme per la pericolosità del “pet-coke”, Perrino ricorda che “il problema è stato posto già nel passato con una serie di interrogazioni soprattutto in merito alle attività del laterificio Ila Valdadige e del cementificio Italcementi S.p.a, entrambi situati nelle immediate vicinanze di Matera”.

“Per chi ancora non lo sapesse – prosegue il consigliere regionale del M5S – ricordiamo che Italcementi, come combustibile per il forno di produzione del cemento, è già autorizzata dal 2010 ad incenerire fino a 12 mila tonnellate all’anno di rifiuti plastici, pneumatici fuori uso, imballaggi di plastica, componenti di macchine e veicoli, fluff (residui della frantumazione di veicoli). Italcementi nel maggio del 2013 ha richiesto di quintuplicare (portandola a 60 mila tonnellate all’anno) la quantità di rifiuti da incenerire come combustibile. Nel 2015, Italcementi ha pure presentato un’integrazione dalla quale si evince quanto sia importante il “pet-coke” come combustibile per la cementeria”.
“Riteniamo – continua Perrino – sia fondamentale fare chiarezza sulle attività di Italcementi S.p.A vista l’ingente quantità di pet coke che si appresta ad immagazzinare. Siamo quindi di fronte ad una situazione delicatissima per la tutela della salute dei cittadini di Matera che rende necessario anche un preventivo e accurato studio sull’impatto sanitario del progetto da autorizzare (c.d. “Valutazione Impatto Sanitario””).
“Nel frattempo – conclude il portavoce del M5S alla Regione Basilicata – abbiamo chiesto alla Giunta Pittella di chiarire con urgenza gli aspetti oscuri che si addensano su questa enorme e pericolosa montagna di pet-coke. Occorre innescare anche a Matera un processo di progressivo abbandono delle fonti fossili a vantaggio di quelle rinnovabili: la transizione verso un’economia davvero verde può cominciare solo rimettendo al centro delle decisioni politiche la tutela dell’ambiente e, conseguentemente, della salute dei cittadini”.