Saranno esposte fino al prossimo 10 maggio a Potenza, presso la Sala del Campanile (Palazzo Loffredo), novanta fotografie ad opera di Marco Tancredi, fotografo potentino, laureato in Politiche Sociali e del Territorio e attento alle tematiche in materia di diritti civili.
La mostra “Human (P)Rights”, si legge in una nota, si pone l’obiettivo di descrivere e raccontare, allo stesso tempo, l’ingiusta negazione della libertà di essere se stessi quasi imposta alle persone della comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans) e la determinazione che le stesse persone mettono in campo, quotidianamente per rivendicarla.
L’esposizione, patrocinata dal Comune di Potenza e inserita all’interno del cartellone del Maggio Potentino, presenta quelli che l’autore definisce scatti di “fotografia sociale”, frutto di circa sei anni di ricerca e di una selezione di settemila foto, realizzate durante i Pride di Napoli, Foggia e Caserta.
Immagini vere, quelle di Marco, che catturano momenti di gioia, a volte di commozione, arcobaleni, sorrisi, visi dipinti, persone di ogni età immerse nei colori, animate dall’amore per opporsi all’omotransfobia, ai pregiudizi, alle discriminazioni, e promuovere il rispetto. Rispetto che può sembrare una meta irraggiungibile, una vera e propria conquista. Rispetto, verso la comunità LGBT, invocato da tempo anche dalle persone eterosessuali.
Marco Tancredi ci ha raccontato di più sull’esposizione dei suoi scatti nella seguente intervista.

Marco, chi sono i protagonisti dei tuoi scatti?
“I protagonisti sono le persone, e proprio le persone hanno ispirato il progetto che, infatti, prende il nome di Human (P)Rights, che richiama quello che una volta si chiamava Gay Pride, e che oggi è Human Pride. Ho iniziato il mio percorso nella comunità LGBT studiando sociologia, con una tesi Magistrale sulla marginalità urbana e sociale con riferimento alle persone trans a Napoli, che ha il bacino di persone trans più grande d’Europa. Ho potuto confrontarmi con diverse realtà, soprattutto con quella di strada, che è forse quella più conosciuta, delle persone trans che si prostituiscono. Entrando in contatto con questa realtà sono entrato in contatto soprattutto con la sofferenza che c’è nella vita di queste persone, anche nelle cose che noi diamo per scontate, come avere la famiglia, i genitori, che la maggior parte di queste persone non ha, perché vengono abbandonate, cacciate di casa quando manifestano la loro volontà. La famiglia non comprende e la prima cosa che fa è rifiutare”.
La mostra delle tue fotografie vuole lanciare un messaggio…
“Il messaggio è un messaggio di pace, di amore e di tolleranza e questo non può prescindere dal rispetto di quelli che sono i protagonisti delle fotografie quindi delle persone, perché l’amore non può esserci se non c’è rispetto e per avere rispetto bisogna riuscire ad andare oltre quella che è l’apparenza”.
Sappiamo che hai esposto con successo anche all’estero…
“Si, questo progetto è stato esposto a Tenerife per due settimane, a Puerto del la Cruz e a Santa Cruz e ci tornerà anche il prossimo novembre in una sala molto prestigiosa”.
All’esposizione è legata una raccolta fondi…
“Si, il progetto si accompagna ad una raccolta fondi per una borsa lavoro da destinare ad una persona della comunità LGBT, quindi da sociologo cerco anche attraverso la fotografia di fare qualcosa di piccolo ma di concreto per l’inserimento lavorativo per le persone omosessuali o trans”.
Perché, secondo te, in Italia ci sono ancora tante difficoltà per quanto riguarda il riconoscimento dei diritti della persona?
“Per tanti motivi. Penso che non ci sia davvero un odio come mostrano tante persone, per me è troppo strano sentire cose così esagerate. Forse le persone hanno paura di essere totalmente libere oltre i limiti che ci portiamo dalla nascita, forse c’è ipocrisia”.
La mostra è visitabile fino al 10 maggio, tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 20.00; martedì 9 maggio dalle ore 9.00 alle 17.00 e dalle ore 19.00 alle 20.00.