Gli ottimi risultati raggiunti dal colosso delle bevande nel mondo, la Coca-Cola, da noi presente con lo stabilimento “Fonti del Vulture” di Rionero in Vulture che genera 7 milioni di euro (lo 0,6% del Pil lucano) e dà lavoro ad alcune centinaia di operai, dovrebbero convincere anche i più scettici sulle potenzialità dell’alimentare lucano, un comparto produttivo ancora sottovalutato dalle politiche nazionali e regionali di programmazione e sviluppo.
A sostenerlo è la segreteria lucana di Italia dei Valori per la quale il settore agroalimentare lucano, forte della sua specializzazione, può rappresentare nei prossimi anni un importante fattore di rilancio del sistema economico lucano, specialmente considerando l’opportunità legate a “Matera 2019”, capitale europea della cultura per l’anno 2019.
Si tratta perciò – è scritto nella nota – di invertire la tendenza che vede puntare solo su petrolio e auto tenendo conto che in un solo trimestre dello scorso anno (il primo) la Basilicata ha esportato prodotti agricoli per 14 milioni di euro con un incremento, rispetto al primo trimestre 2015, di circa il 21%, accorciando notevolmente il divario con l’export del petrolio fermo a 52 milioni di euro e attestandosi come comparto importante per l’export del “made in Basilicata”.
Abbiamo un potenziale enorme – sottolinea il segretario regionale di IdV Angelo Rosella – specie in relazione alla quota di export alimentare detenuta dalla nostra regione che rappresenta solo lo 0,1% dell’ammontare complessivo delle Regioni del Sud e per raccogliere la tendenza del “mangiare italiano”, nonostante la crisi dei consumi, sempre positiva con 35 miliardi di fatturato. Nell’immediato futuro, la nuova programmazione PSR 2014-2020 avrà un ruolo importante nell’accrescere proprio l’innovazione per il settore agricolo e alimentare, nel supportare le scelte aziendali volte a migliorare le prestazioni economiche e ambientali, e promuovere l’organizzazione delle filiere alimentare comprese la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli.
Allo scopo di incrementare l’impatto positivo delle attività di produzione agroalimentare sullo sviluppo economico regionale – secondo IdV – le indicazioni principali che provengono dalla Svimez sono estremamente interessanti. La prima consiste nell’attrazione di quote crescenti di domanda extraregionale verso le produzioni lucane. Il sistema agroalimentare della Basilicata (in particolare nella componente agricola) destina una quota rilevante delle sue attività al soddisfacimento diretto o indiretto della domanda finale agroalimentare delle altre regioni. Si tratta di un segmento di attività che richiede una strategia specifica per consolidare i vantaggi competitivi per fondarli maggiormente su caratteristiche irriproducibili del sistema regionale come la qualità dell’ambiente, la specificità delle varietà prodotte, le conoscenze contestuali legate a tradizioni produttive. Se la partecipazione al mercato delle commodities agricole (come nel caso dei cereali per l’industria pastaria) costituisce un importante segmento di attività nell’agroalimentare lucano, esso può e deve essere reso stabile da processi di innovazione che incrementino gli elementi di differenziazione qualitativa delle produzioni.
Per IdV l’agroalimentare può raggiungere significativi risultati di nuova occupazione anche per i nostri giovani laureati.