Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza, un termine generale che si riferisce alla perdita di memoria e di altre abilità intellettuali talmente grave da interferire con la vita quotidiana. Non rappresenta un normale elemento dell’invecchiamento, anche se il massimo fattore di rischio conosciuto è rappresentato dall’aumentare dell’età, e la maggior parte delle persone affette hanno 65 e più anni. Tuttavia, il morbo di Alzheimer non è solo una malattia della vecchiaia. Fino al 5% delle persone che soffrono di questa malattia riscontra un’insorgenza precoce del morbo che spesso appare quando una persona ha tra i quaranta e i sessant’anni.
Sono quasi 47 milioni le persone affette da questa patologia nel mondo, mentre in Italia i malati di Alzheimer sono mezzo milione.
A scoprire una possibile soluzione per la cura di questa insidiosa malattia è stata un’equipe italiana coordinata dal dott. Marcello D’Amelio, lucano di Montemilone (Pz), e professore associato di Fisiologia umana e Neurofisiologia presso l’Università Campus Bio-medico di Roma. Il dott. D’Amelio ha incontrato questa mattina in sala Verrastro il presidente Marcello Pittella (intervenuto via Skype) e l’assessore regionale alla Sanità, Flavia Franconi.
“Mi congratulo con l’eccellente lavoro del dott. D’Amelio – ha detto Pittella – noi lucani dobbiamo essere orgogliosi di essere suoi corregionali”.
“La Basilicata ha bisogno di tanti ragazzi come te, bravi capaci e intraprendenti – ha poi aggiunto il presidente rivolgendosi al ricercatore – Sei un’eccellenza internazionale, sono orgoglioso di te. Da collega e da corregionale. La tua intelligenza e le tue mani sono particolarmente importanti”. “La ricerca è il futuro delle nuove generazioni. Essa ci allunga la vita in proiezione”, ha concluso Pittella.
Di seguito l’intervista al dott. D’Amelio e all’assessore Franconi