Con l’accusa, a vario titolo, di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, rivelazione di notizie d’ufficio, esercizio abusivo della professione, oltre a tutta una serie di falsi, il Giudice per l’Udienza preliminare del Tribunale di Lagonegro, Rosaria de Liellis, ha rinviato a giudizio 35 persone tra amministratori e tecnici.
Ne dà notizia il collega Pino Perciante in un articolo pubblicato su “La Gazzetta di Basilicata”.
Al centro dell’inchiesta, incarichi e appalti di opere pubbliche a Castelluccio Superiore che sarebbero stati affidati in maniera non regolare.
Alcune di queste opere, come nell’articolo scrive Perciante, non sarebbero state mai realizzate. Altre fatte male con il rischio di creare situazioni di pericolo: il caso di palazzo Pizzo, sede attuale del Comune, la ristrutturazione del quale, secondo i periti della Procura, sarebbe avvenuta in maniera difforme alle normative antisismiche.
L’inchiesta è iniziata nel 2013 dall’affidamento dei lavori per la valorizzazione dell’Oasi naturalistica della “Peschiera”, tra Castelluccio s. e Latronico, estendosi successivamente al altre opere pubbliche.
Gll imputati
L’ex assessore all’istruzione del Comune di Castelluccio Superiore Eugenio Pasini (in carica all’epoca dei fatti), gli ex sindaci di Lauria e Castelsaraceno, Gaetano Mitidieri e Domenico Muscolino (rispettivamente in qualità di architetto per la ristrutturazione di palazzo Pizzo, attuale sede del Comune di Castellucio Superiore e come direttore dei lavori di consolidamento di Fosso Magliocco), il funzionario dell’Ufficio difesa del suolo di Lagonegro, Raffaele Labanca.
E ancora: Francesco Roberto, 57 anni, di Castelluccio Superiore, Francesco Altamura, 40 anni, di Castelluccio Inferiore, Egidio Conte, 48 anni, di Episcopia, Biagio Targise, 49 anni, di Episcopia, residente a Latronico, Chiara Boccia, 49 anni di Lauria, Franco Domenico de Biase, 44 anni, di Latronico, Mario Perretta, 49 anni, di Franvcavilla in Sinni, Antonio Palmieri, 52 anni, residente a Rotonda, Rosario Filpi, 62 anni, di Lagonegro, Domenico Salerno, 66 anni, di Civita in provincia di Cosenza, residente a Terranova di Pollino, Francesco Maria Gatto, 64 anni, di Trebisacce, Alfonso Managò, 42 anni, di Viggianello, residente a San Severino Lucano, Salvatore Martorano, 57 anni, di Terranova di Pollino, Vitantonio Rossi, 59 anni, di Lauria, Nicola Viceconti, 52 anni, di Lauria, Luigi Altieri, 55 anni, di Castelluccio Inferiore, Francesco Rimoli, 46 anni, di Lauria, Giuseppe Cecere, 58 anni, di Montesarchio, in provincia di Benevento, Biagio Russo, 44 anni, di Castelluccio Inferiore, Tommaso Nicola Maio, 58 anni di Castelluccio Inferiore, Francesco Giorgio, 60 anni, residente ad Acri in provincia di Cosenza, Vincenzo Gaudioso 64 anni, di Latronico, Roberto Lagunaz 76 anni, residente a Ponte delle Alpi, in provincia di Belluno, Giovanni Celano 56 anni di Castelluccio Superiore, Giuseppe Antonio Peluso, 46 anni di Maratea, Antonio Maria Chiacchio, 49 anni di Lauria, Biagio Gioia 46 anni di Castelluccio Superiore, Annarita Donato, 37 anni, residente a Rotonda, Sisto Russo, 55 anni, di San Martino d’Agri, residente a Marsicovetere, Salvatore Giannasio, 40 anni, di Policoro, residente a Sant’Arcangelo, Adriano Rosario Conte 61 anni di Castelluccio Superiore.
Il processo inizierà il 20 luglio prossimo.
L’interrogazione di Leggieri M5S
I lavori di ristrutturazione di palazzo Pizzo furono aggetto di una interrogazione del consigliere regionale del M5S, Gianni Leggieri, risalente a marzo 2016.
Facendo riferimento all’inchiesta della Procura della Repubblica di Lagonegro, Leggieri ricordava che i lavori della nuova casa comunale di Castelluccio Superiore erano finiti sotto inchiesta ” non soltanto per il loro anomalo iter amministrativo, la cui realizzazione risulterebbe agli organi inquirenti illegittima, ma anche perchè – scriveva nell’interrogazione il consigliere regionale del M5S – ritenuta pericolosa dal punto di vista strutturale. Nell’interrogazione si riporta la perizia di uno dei maggiori esperti in materia, l’ing. Prof. Nicola Augenti, nelle cui conclusioni lascerebbe poco spazio a interpretazioni: Casa Pizzo è pericolosa.
Inoltre, se si considera che i fondi utilizzati sono quelli stanziati per i terremoti del 1980 e del 1998, vincolati a opere di ristrutturazione, vien da chiedersi – si legge nell’interrogazione di Leggieri – come mai questi siano stati utilizzati, invece, per la realizzazione di una nuova struttura: in pratica si è costruito invece che ristrutturare. Atteso che è compito della magistratura occuparsi dei risvolti penali che comporta la vicenda, Leggieri chiede lumi su eventuali responsabilità degli uffici regionali preposti al controllo.
In particolare, Leggieri chiedeva per quali motivi gli uffici della Regione Basilicata, in primis quelli del Dipartimento Infrastrutture, nonché quelli del Genio Civile di Lagonegro non hanno vigilato e/o controllato sulla correttezza dei progetti depositati e sulla loro conformità alle norme tecniche vigenti come quelle contenute del DM 2008. Inoltre, nell’interrogazione viene chiesto se i predetti uffici siano o meno in grado di dichiarare se le opere di cui trattasi costituiscono pericolo per la pubblica e privata incolumità“.
.