Torna da oggi nelle edicole lucane il “Roma”, storico giornale del Mezzogiorno (ne abbiamo già dato notizia in un precedente articolo). E tornano i ricordi di un pezzo della propria vita. Nella redazione di Potenza, in via IV Novembre, iniziai, infatti, la mia esperienza di aspirante giornalista.
Ricordo quando, entrando in quel monolocale, il capo redattore, l’indimenticabile Tonino Dapoto, mi accolse con garbo. “Vuoi fare il giornalista? Proviamo”, mi disse.
La prova durò mesi con il giovane aspirante giornalista a “rubare il mestiere” a Tonino Dapoto, Saro Zappacosta, Pasquale Daraio, Giuseppe Ferrara: a giornalisti con esperienza ma che con umiltà mi davano consigli. Ecco l’umiltà: una lezione di vita. Mai spocchiosi o pronti a sfruttare l’ultimo arrivato. Maestri, come altri che ho incontrato lungo la mia strada, ai quali devo molto per avermi insegnato questo modo di fare giornalismo.

In redazione vivevo buona parte della giornata, al punto da rallentare i miei studi universitari (errore blu che spero nessuno commetta). Non era la sola passione del giornalismo che mi faceva trascorrere ore al “Roma”, ma il clima della redazione: una famiglia dove si discuteva ma sempre simpaticamente, si scherzava e si lavorava.
Si lavorava ed anche celermente perchè la pagina bisognava chiuderla per tempo. Il “fuorisacco” doveva essere portato all’ufficio postale e spedito a Napoli, per far sì che le notizie potessero essere pubblicate il giorno dopo. Sempre che il ritardo del treno non costringeva a rinviare tutto di un altro giorno.
Ovviamente “il fuorisacco” all’ufficio postale lo portavo io, non perchè fossi il più giovane della redazione ma semplicemente perchè in questo modo mi sentivo più utile ai colleghi.
C’era anche un altro motivo, ma permettetevi di non svelarlo perchè strettamente personale!
Man mano che passava il tempo, superate le difficoltà iniziali, entravo meglio nella “macchina” redazionale. Ne comprendevo metodi, tempi e imparavo sempre più a scrivere le notizie.
Solo dopo oltre un anno vidi il mio primo pezzo siglato (N.C.): capii che la prova era stata superata e che non avevo deluso Tonino, il quale intanto mi aveva lanciato anche nello sport, facendomi seguire il Potenza e campionati minori. Un’altra opportunità per imparare meglio il mestiere.
Oggi la redazione de “Il Roma” è composta da giovani e bravi colleghi ai quali va il mio più affettuoso augurio di buon lavoro. Auguri a Salvatore Santoro, responsabile organizzativo, e a quanti lo affiancheranno in questa nuova e bella sfida. Il mio “in bocca al lupo”, infine, va a Giuseppe Postiglione, la cui caparbietà so bene da chi l’ha ereditata.
Nino Cutro