“L’ennesima fuoriuscita di fumo nero e puzzolente dal camino di un termodistruttore del Centro oli Eni di Viggiano rimette al centro dell’attenzione l’emergenza ambientale che vivono da anni i cittadini della Val d’Agri. Speravamo che l’inchiesta Trivellopoli, avviata dalla magistratura antimafia a marzo scorso, riuscisse a mettere un freno ai danni provocati dalle attività del Centro oli e dalle estrazioni petrolifere, invece non è accaduto niente di nuovo e tutto sembra ritornato alla stessa situazione che c’era prima dell’indagine giudiziaria”. Così, in un comunicato stampa, l’eurodeputato del M5S, Nicola Pedicini.
“59 persone e 10 società sono sotto processo presso il Tribunale di Potenza per presunto traffico illecito di rifiuti dal Centro oli di Viggiano all’impianto Tecnoparco di Pisticci e per i lavori di realizzazione del Centro oli di Corleto Perticara. Ma, contestualmente, le devastazioni vanno avanti indisturbate: la Val d’Agri resta ostaggio del mostro a sei zampe, a Tempa rossa si sta completando il Centro oli della Total, i pozzi petroliferi succhiano indisturbati greggio dalle viscere del sottosuolo lucano”.

Continua Pedicini: “Arresti, sequestri, denunce, manifestazioni, boschi, sorgenti e splendidi territori incontaminati distrutti, agricoltura e sviluppo turistico in ginocchio, rischi per la salute pubblica e per la diga del Pertusillo, oltre al referendum con cui il 96 per cento dei lucani ha detto no alle trivelle. Nonostante questa situazione, gli interessi economici e le lobby del petrolio continuano a fare quello che vogliono e non si fermano davanti a nulla”.
Pedicini chiama in causa le istituzioni pubbliche.
“E’ il momento di dire basta. Il governatore Pittella e i suoi alleati si assumano le responsabilità che gli competono, i parlamentari lucani sbattano i pugni sui tavoli del ministero dell’Ambiente. La magistratura torni di nuovo in campo e faccia ulteriori controlli e verifiche.Non possiamo consentire che la Val d’Agri resti sola e abbandonata a sé stessa. Salute e sicurezza prima di tutto. La rabbia dei cittadini sta crescendo e il balletto delle rassicurazioni dell’Arpab e dell’Eni, che in riferimento agli “incidenti” al Centro Oli Eni dicono “è tutto a posto, è tutto nelle norme”, è inverosimile e poco credibile”.
“Le eventuali condanne – conclude Pedicini – che ci saranno dopo il processo (ci auguriamo che ci siano), non restituiranno alla Val d’Agri, al Camastra Alto Sauro, alla diga del Pertusillo e ai cittadini di questi territori, la qualità dell’ecosistema e le possibilità di sviluppo compatibile che c’erano prima delle trivellazioni. Quindi, occorre fermare le distruzioni in atto per non aggravare ulteriormente la situazione”.