Quello che si è tentato di evitare è accaduto: neanche questa volta il Pd di Basilicata è riuscito ad eleggere il segretario, non essendoci stata intesa sul nome.
Dopo questo nuovo nulla di fatto, il rischio che “la gente ci riderà dietro” come, nel suo intervento ha detto con il suo linguaggio colorito ma efficace Erminio Restaino, c’è tutto.
Dopo questo nuovo nulla di fatto, il rischio che “la gente ci riderà dietro” come, nel suo intervento ha detto con il suo linguaggio colorito ma efficace Erminio Restaino, c’è tutto.

Per un motivo abbastanza chiaro: il Pd è comunque il maggior partito della regione, ha i suoi uomini nei posti strategici, ha la responsabilità di risolvere i tanti problemi che la Basilicata ha e che fanno dimenticare anche le cose positive che, pur tra difficoltà, sono state fatte.
Detto questo, il timore che tra i simpatizzanti ci sia un pò di malessere è reale. Che ne fossero consapevoli i maggiorenti del partito si è percepito dai loro interventi. Di qui il tentativo di trovare la quadra.

L’invito all’unità di Roberto Speranza (leggi articolo precedente), sebbene avesse spiazzato un pò tutti, sembrava potesse facilitare un accordo tra le varie componenti del partito.
Ma proprio dopo l’intervento dell’ex capo gruppo alla Camera, Salvatore Margiotta e Marcello Pittella hanno ritenuto che fosse necessaria una riflessione su quanto detto da Speranza ed hanno proposto la sospensione dei lavori.

Sospensione che non è servita molto se, alla fine, sono tornati tutti a casa. Verrebbe da dire: rinviati a settembre. Ma altri due mesi senza una guida al Pd lucano sarebbero troppi. Se a questo si aggiunge che anche la nomina dei nuovi assessori, dopo le dimissioni di Aldo Berlinguer, Flavia Franconi, e Raffaele Liberali, potrebbe subire un rinvio, i problemi politici per i pdiessini lucani aumentano.
Cosa si è detto dopo la ripresa dei lavori dell’assemblea?
Cosa si è detto dopo la ripresa dei lavori dell’assemblea?

Pittella, nuovamente intervenuto, ha lasciato trasparire un pizzico di delusione pur affermando che “a un Presidente non si puó chiedere ancora di attendere”. “Io personalmente lascio nell’assoluta libertà di dialogo il partito ma – ha detto a chiare lettere – nelle mie prerogative, andró avanti da subito”. Nominerà lo stesso i nuovi assessori?
Pittella ha parlato di “un partito articolato”, di “aver provato in questi mesi, dopo la scomparsa di Antonio Luongo, a mettercela tutta per superare le incomprensioni”. “Abbiamo incrociato difficoltà ma abbiamo ottenuto anche virtuosimi e ottimi risultati – ha aggiunto il governatore – Sotto il peso di scelte difficili e di reponsabità che vanno prese, avrei preferito chiudere questa sera l’assemblea con la nomina del segretario. Abbiamo bisogno di fare in fretta altrimenti tutto diventa un esercizio teorico che non serve a nulla e a nessuno”. Alla fine ammette che probabilmente ci sono ancora “delle incertezze”.
Dopo Pittella è intervenuto l’ex presidente del Consiglio Regionale, Piero Lacorazza.
“Quando il 50% dei cittadini vota al referundum del 17 aprile scorso ci troviamo davanti ad un dato che richiede un profondo confronto. Non possiamo far finta – ha detto Lacorazza – che il 10 maggio non sia accaduto nulla. Questo sforzo unitario lanciato da Speranza deve farci fare un sussulto unitario che non puó essere peró senza tempo e senza fine. Quindi esprimo l’esigenza di riunirci in tempi brevi o brevissimi” perchè altrimenti – ha lasciato intendere Lacorazza – il Pd potrebbe rimanere fuori dalla Giunta.
Una dichiarazione che sa quasi di ultimatum e conferma che il nuovo esecutivo del massimo ente territoriale avrà un parto travagliato almeno quanto quello del segretario regionale del Pd.
Sempre che Pittella nelle sue prerogative …
Una dichiarazione che sa quasi di ultimatum e conferma che il nuovo esecutivo del massimo ente territoriale avrà un parto travagliato almeno quanto quello del segretario regionale del Pd.
Sempre che Pittella nelle sue prerogative …