Erano state annunciate da qualche giorno. Ora sono ufficiali: Nicola Stigliani, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Potenza, si è dimesso.
Nella lettera inviata al sindaco De Luca, che ringrazia per la fiducia accordatagli con la nomina, spiega i motivi che ripropongono l’assurda situazione creatasi nell’Avis di Basilicata, dove un presidente non più presidente, Rocco De Asmundis, ancora oggi convoca assemblee (il 31 ottobre prossimo, al Giubile Hotel); dove ancora nessun chiarimento è stato dato alle tante contestazioni che sono state fatte all’attuale gestione, in seguito alle quali l’assemblea della sezione di Potenza dell’Avis – lo ricordiamo – deliberò la cancellazione da socio di Rocco De Asmunis e del tesoriere dell’Avis regionale, Manuele Landro.
Scrive Stigliani nella lettera di dimissioni: “Le ultime vicissitudini riguardanti l’Avis mi vedono costretto, come presidente e legale rappresentante di Avis di Potenza, ad assumere spesso posizioni pubbliche. Posizioni dettate – precisa – dalla necessità e dalla volontà di far comprendere a numerosi associati dell’Avis stessa che questioni di cui, ormai da tempo, si parla spesso sulla stampa sono seguite innanzitutto dagli stessi dirigenti avisini. Questioni che – conclude Stigliani – ovviamente meritano di essere attenzionate fino alla fine”.
Questioni sulle quali ci siamo soffermati in precedenti articoli, mettendo in risalto – e lo facciamo ancora una volta – l’assurda situazione di chi, ignorando delibere assembleali, continua a rimanere al suo posto senza il minimo rispetto delle migliaia di soci che guardano con indignazione a quanto sta accadendo.
La stessa indignazione – ma è solo l’ultimo episodio – che si registra tra gli iscritti all’associazione sportiva “Podistica Amatori Potenza” , che da anni porta in giro in Italia e all’estero l’immagine dell’Avis in numerose manifestazioni sportive internazionali.
Indignazione perchè? Perché improvvisamente e con motivi che non convincono gli interessati, li hanno sfrattati dalla sede che hanno occupato per anni in largo Don Uva a Potenza. Non è esclusa una loro plateale quanto comprensibile manifestazione di protesta.
Torniamo alle dimissioni di Nicola Stigliani. Come sanno i nostri lettori, avendone parlato in precedenti articoli, il presidente della sezione di Potenza dell’Avis da tempo sta contestato ai responsabili regionali gravi irregolarità gestionali, sulle quali probabilmente sta già indagando la magistratura, alla quale sono state presentate circostanziate denunce.
A riguardo, avevamo chiesto ai dirigenti regionali che, con non poca spudoratezza, parlano ancora di campagna denigratoria nei loro confronti, d’indire una conferenza stampa e rispondere alle tante domande di chiarimenti che lo stesso Stigliani ha rivolto loro, senza avere mai risposta. Ovviamente se ne guardano bene all’indirla.
Solo qualcuna delle contestazioni fatte tanto per rinfrescare la mente a De Asmundis e company: le irregolarità contabili che si evincono dai bilanci; le modifiche apportare al libretto di circolazione di un’autoemoteca, coinvolta recentemente in un incidente stradale che solo per fortuna non ha avuto vittime; l’acquisto di sacche per aferesi, scadute e, nonostante questo, tenute per mesi in un deposito nel centro trasfusionale Avis del palazzo Crisci a Potenza. Sacche acquistate sebbene si sapesse che non si potevano utilizzare e che ora non si sa dove siano state portate, dopo che nottetempo sono state tolte dal deposito.
Tutto questo Nicola Stigliani l’ha denunciato, chiedendo invano che si dessero risposte esaustive. Di qui la sua decisione di dimettersi per avere, ci pare di capire, “mani libere” nella civile battaglia che sta portando avanti nell’Avis per rispetto degli iscritti. Stesso rispetto che non hanno né i dirigenti regionali e, cosa ancora più grave, l’Avis nazionale che vergognosamente (torniamo a dire: vergognosamente) fa finta di nulla, senza sapere che in questa vicenda sono in gioco l’immagine e la credibilità dell’intera associazione che andrebbe tutelata, al di là di cavilli statutari che lasciano il tempo che trovano e che diventano sempre più alibi per chi non vuole che la verità venga fuori.
Nino Cutro