Entro la fine di dicembre 2017 la Total prevede l’avvio della produzione del giacimento petrolifero di Tempa Rossa, in Basilicata: i lavori per la realizzazione delle strutture del Centro Olio e delle condotte sono in corso, e riguardano un’area di circa 242 mila metri quadrati – grande quasi come 33 campi di calcio – nei comuni di Corleto Perticara e Guardia Perticara (Potenza), a circa mille metri sul livello del mare.
Fonte: Ansa
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Tra le vittime del crollo del petrolio c’è anche Tempa Rossa. Lo sviluppo del giacimento in Basilicata è rimasto vittima dei tagli agli investimenti da parte di Total, che lo sta sviluppando – tra mille polemiche da parte degli ambientalisti – insieme a Royal Dutch Shell e Mitsui. Il progetto, ha detto la compagnia francese durante una presentazione agli investitori a Londra, è rinviato a dopo il 2017, insieme ad altri due, quello di Ichtthys in Australia e quello di Martin Linge in Norvegia. La giustificazione ufficiale è la persistente debolezza del prezzo del barile, che rimane tuttora sotto 50 dollari. Non si può tuttavia escludere che la mannaia sia caduta proprio su Tempa Rossa anche per le lungaggini autorizzative che ne hanno ritardato lo sviluppo fin dalla sua scoperta, nel 1989. Gli ostacoli sono legati soprattutto alla realizzazione della “base logistica” nel porto di Taranto, che comprende l’ampliamento del pontile petroli della raffineria Eni e i serbatoi di stoccaggio, indispensabili per commercializzare la produzione del giacimento, che dovrebbe arrivare a regime a 50mila barili di petrolio e 230mila metri cubi di gas naturale al giorno.
Di Sissi Bellomo – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/Sh7fx4